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SABATO 13 NOVEMBRE 2021 ALLA GALLERIA RETTORI TRIBBIO DI TRIESTE INAUGURAZIONE DELLA PERSONALE DELLO SCULTORE PINO CORRADINI

INFORMAZIONI UTILI:

Inaugurazione: Sabato 13 novembre · ore 17.00
Dove: Galleria Rettori Tribbio · Piazza Vecchia 6 · Trieste Campo del Ghetto novo 2919 - Venezia
Quando: 13 · 26 novembre 2021
Orario: feriali 10 · 12.30 e 17 · 19.30 / domenica 10 · 12 / venerdì pomeriggio e lunedì chiuso
A cura di: Marianna Accerboni
Info e contatti: +39 335 6750946
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Sabato 20 novembre dalle 18.30 alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste (piazza Vecchia 6) l’architetto Marianna Accerboni condurrà, con la partecipazione dell’artista, una visita guidata alla rassegna dello scultore Pino Corradini, intitolata “La materia e il segno”: in mostra una ventina di opere, tra bronzi per lo più inediti e bozzetti a pastello e tecnica mista. Fino al 26 novembre (orario: feriali 10 · 12.30 e 17 · 19.30 / domenica 10 · 12/ venerdì pomeriggio e lunedì chiuso/ info 335 6750946).  

Interpretando il mondo circostante e la vita attraverso la terza dimensione e il segno, - scrive Marianna Accerboni - Pino Corradini, classe 1927, capodistriano di nascita e attivo a Trieste fin da giovane, ha costruito, mediante questa preziosa facoltà, la propria strada nel campo dell’arte. Dopo aver iniziato come pittore e proseguito anche come incisore, attività svolte dal 1950, all’inizio degli anni Settanta imbocca la via della scultura, che compendia (e prepara) avvalendosi di un segno svettante e rapido, che ritroviamo nelle sue opere su carta esposte in mostra e realizzate a carboncino e tecnica mista una decina di anni fa. Altrettanto essenziali sono i suoi lavori recenti in bronzo, materia che l’artista domina con grande professionalità e sicurezza, affidando al lessico espressionista il proprio messaggio.  

Affinatosi negli anni Cinquanta grazie alla frequentazione della Scuola Libera di figura del Museo Revoltella sotto la guida prima di Edgardo Sambo e poi di Nino Perizi, della Scuola Libera dell’acquaforte Carlo Sbisà e dell’Accademia estiva di Salisburgo (fondata da Oskar Kokoschka nel ’53) sotto la direzione dello scultore di origini capodistriane Oreste Dequel, Corradini dimostra di aver accolto quella lezione che nel Novecento, a livello internazionale, ha letteralmente liberato il segno e le forme dall’identificazione tautologica con il reale. Per lasciare spazio agli artisti più sensibili e maturi di esprimersi senza costrizioni, al di là della visione consueta.

Dinamismo e luce sono due aspetti che incontriamo nelle sue sculture perchè le forme create dall’artista sembrano anelare con slancio verso nuovi mondi, nuovi miti, nuovi orizzonti, coadiuvati in tale propensione dal bronzo che si fa appunto luce, sapientemente lucidato in questo senso e a questo fine.

Rimanendo aderente a una personale interpretazione armonica ed equilibrata dell’onda espressionista che ha invaso parte degli atelier degli scultori del Novecento, da Matisse a Picasso, da Boccioni a Modigliani, a Brancusi ed Henry Moore, lontano dai miti e dagli esempi, l’artista ha dimostrato sempre di saper comporre un colto linguaggio espressivo personale, che rimarrà testimonianza indelebile di un’epoca e della sua cultura visiva, attestandosi - conclude il critico -sulla cifra dell’eleganza e di una misura sobria e convincente, che lo colloca tra i migliori professionisti della terza dimensione della nostra area del Nord Est.


COMUNICATO STAMPA:

Bronzo appartenente alla serie _I ritmi_, anni 2000 - h. cm. 100 Bronzo appartenente alla serie _I ritmi_, anni 2000 - h. cm. 100

Sabato 13 novembre dalle 17 s’inaugura alla Galleria Rettori Tribbio di Trieste (piazza Vecchia 6), a cura dell’architetto Marianna Accerboni, la personale dello scultore Pino Corradini, intitolata “La materia e il segno”: in mostra una ventina di opere, tra bronzi per lo più inediti e bozzetti a pastello e tecnica mista. Fino al 26 novembre (orario: feriali 10 · 12.30 e 17 · 19.30 / domenica 10 · 12/ venerdì pomeriggio e lunedì chiuso/ info 335 6750946). 

Interpretando il mondo circostante e la vita attraverso la terza dimensione e il segno, - scrive Marianna Accerboni - Pino Corradini, classe 1927, capodistriano di nascita e attivo a Trieste fin da giovane, ha costruito, mediante questa preziosa facoltà, la propria strada nel campo dell’arte. Dopo aver iniziato come pittore e proseguito anche come incisore, attività svolte dal 1950, all’inizio degli anni Settanta imbocca la via della scultura, che compendia (e prepara) avvalendosi di un segno svettante e rapido, che ritroviamo nelle sue opere su carta esposte in mostra e realizzate a carboncino e tecnica mista una decina di anni fa. Altrettanto essenziali sono i suoi lavori recenti in bronzo, materia che l’artista domina con grande professionalità e sicurezza, affidando al lessico espressionista il proprio messaggio.  

Affinatosi negli anni Cinquanta grazie alla frequentazione della Scuola Libera di figura del Museo Revoltella sotto la guida prima di Edgardo Sambo e poi di Nino Perizi, della Scuola Libera dell’acquaforte Carlo Sbisà e dell’Accademia estiva di Salisburgo (fondata da Oskar Kokoschka nel ’53) sotto la direzione dello scultore di origini capodistriane Oreste Dequel, Corradini dimostra di aver accolto quella lezione che nel Novecento, a livello internazionale, ha letteralmente liberato il segno e le forme dall’identificazione tautologica con il reale. Per lasciare spazio agli artisti più sensibili e maturi di esprimersi senza costrizioni, al di là della visione consueta.

Studio per un bronzetto della serie _I ritmi_, anni 2000 - carboncino e tecnica mista - cm. 50x70 Studio per un bronzetto della serie _I ritmi_, anni 2000 - carboncino
e tecnica mista - cm. 50x70

Dinamismo e luce sono due aspetti che incontriamo nelle sue sculture perchè le forme create dall’artista sembrano anelare con slancio verso nuovi mondi, nuovi miti, nuovi orizzonti, coadiuvati in tale propensione dal bronzo che si fa appunto luce, sapientemente lucidato in questo senso e a questo fine.

Rimanendo aderente a una personale interpretazione armonica ed equilibrata dell’onda espressionista che ha invaso parte degli atelier degli scultori del Novecento, da Matisse a Picasso, da Boccioni a Modigliani, a Brancusi ed Henry Moore, lontano dai miti e dagli esempi, l’artista ha dimostrato sempre di saper comporre un colto linguaggio espressivo personale, che rimarrà testimonianza indelebile di un’epoca e della sua cultura visiva, attestandosi - conclude il critico -sulla cifra dell’eleganza e di una misura sobria e convincente, che lo colloca tra i migliori professionisti della terza dimensione della nostra area del Nord Est.